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Teatro Comunale Traiano   -  Corso Centocelle, 2 - 00053 Civitavecchia  -  Telefono 0766 370011

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STAGIONE

TEATRALE

2024|2025

CIVITAVECCHIA

TEATRO TRAIANO

 

Realizzato e gestito da ATCL - settembre 2024

Uno spettacolo dal vivo!

Sito Web Istituzionale del

Teatro Comunale Traiano di Civitavecchia

aspettando-re-lear

Mercoledì 18 settembre, alle ore 17,30, presso il Teatro Traiano di Civitavecchia (Corso Centocelle, 1) si terrà la presentazione del cartellone della Stagione Teatrale 2024/2025.

 

Interverranno il Sindaco del Comune di Civitavecchia Marco Piendibene, l'Asessore alla Pubblica Istruzione e Cultura del Comune di Civitavecchia Stefania Tinti, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia Gabriella Sarracco, l'Amministratore Delegato di ATCL Luca Fornari e la Direttrice Artistica di ATCL Isabella Di Cola.

 

Comune di Civitavecchia e ATCL, circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, propongono una stagione di grande livello con dieci spettacoli in abbonamento che si muovono tra grandi classici, nuova drammaturgia, commedia e musica, con in scena importanti interpreti del nostro panorama teatrale. Un cartellone che saprà appassionare e coinvolgere il pubblico in serate sempre sorprendenti.

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Scopriil cartellone con tutti gli spettacoli in abbonamento sul nostro palcoscenico nella stagione 2024/25 

Gli spettacoli fuori abbonamento e gli eventi speciali in scena nel nostro teatro nella stagione 2024/25

Comune di Civitavecchia

Le informazioni sui prezzi

e gli orari di apertura

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Lo spazio musicale

di Civitavecchia

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Associazione Teatrale Comuni del Lazio

completocoloripiccolo

da William Shakespeare Adattamento Tommaso Mattei
con Alessandro Preziosi, Nando Paone,
Roberto Manzi, Federica Fresco,
Valerio Ameli
opere in scena Michelangelo Pistoletto
abiti di scena Città dell’Arte Fashion B.E.S.T.
direzione creativa Olga Pirazzi,
Flavia La Rocca, Tiziano Guardini
musiche Giacomo Vezzani
supervisione artistica Alessandro Maggi
regia Alessandro Preziosi
assistente alla regia Roberto Manzi
coordinamento editoriale Chiara Belliti
assistente Pistoletto Alessandro lacirasella
grafica Mauro luccherini
ufficio stampa Margherita Cugini
trasporti Montenovi Trasporti
direttore di scena Silvia Lombardi
service audio e luci Emmedue srl
produzione PATO srl |
TSV -Teatro Stabile del Veneto

 

PERSONAGGI E INTERPRETI
Re Lear Alessandro Preziosi
Gloster Nando Paone
Kent Roberto Manzi
Cordelia/Matto Federica Fresco
Edgar Valerio Ameli

 


Aspettando Re Lear è un adattamento da Shakespeare con un evidente richiamo a Aspettando Godot di Samuel
Beckett, uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, sulla relazione tra Uomo e Natura e sulla perdita dei
valori. Nello spettacolo si parla di follia, di potere che distrugge, di solitudine di caos dentro e fuori, ‘l’unico ordine
possibile’per Michelangelo Pistoletto. E in scena ci saranno le opere e i costumi del maestro, costumi iconici realizzati
dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili, ma anche le musiche saranno ispirate dall’artista.
Parlando di questa commistione multidisciplinare tra arte contemporanea e teatro, commenta Alessandro Preziosi
nella veste di regista: “A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, la terza fase
dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la Natura. L’uomo deve cercare di non essere
debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario
sono tematiche di Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova sé stesso, e così anche noi attori
durante lo spettacolo veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo”

 

 

“Ho immaginato un Re non semplicemente
arrivato alla fine dei suoi anni,
ad un passo anagraficamente
dalla morte, ma piuttosto spinto
dalle circostanze e dalla trama
a cercare nella maturità, e non nell’età, il
tassello conclusivo della propria vita
L’impazienza che accompagna
il rocambolesco circolo di eventi in cui Re
Lear travolge prima di tutto sé stesso
e quindi gli altri, mi ha suggerito di
creare uno spazio mentale teatralmente
e scenicamente reso materico
dalle opere in scena”.
Alessandro Preziosi

 

 


Il testo si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana, rappresentato dalla tempesta che colpisce
il re proprio mentre vaga, nella landa desolata, per allontanarsi dal disastro combinato con le “amate” figlie. Lear,
accompagnato dal conte di Kent, sotto le mentite spoglie di un servo, e dal fedele Fool, a sua volta “interpretato”
della figlia Cordelia, assiste inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale. La tempesta è il culmine del caos a cui
alla fine il re deve arrendersi tornando uomo tra gli uomini, debole, amareggiato, stanco, ma finalmente spoglio di
quella corona che lo ha portato alla distruzione.
A pagare le conseguenze della “cecità” dei genitori, saranno i figli.

 

 

Re Lear è dunque la metafora della condizione umana: caduta e creazione.
Lear ama solo sé stesso, la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla
solitudine; vaga in una landa di nulla con cui il sovrano senza più corona
dovrà fare i conti. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci
attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come
Aspettando Godot ci rivela quel che accade “dopo che il vecchio cade”.

 

 

 

E’ il caso, parola cardine della filosofia pistolettiana, l’artefice dell’incontro tra Michelangelo Pistoletto e Alessandro Preziosi complice la
mostra personale del maestro biellese “Infinity” presso il chiostro del Bramante di Roma.
Sul palcoscenico ad accompagnare gli attori alcune opere di Michelangelo Pistoletto, materiali di scena per raccontare il rapporto tra
padri e figli, la relazione tra tradizione e innovazione, tra uomo e natura.

 

 


Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Nel 1962 realizza i Quadri specchianti, con iquali raggiunge in breve riconoscimento
internazionale. È considerato uno dei precursori e protagonisti dell’Arte Povera con i suoi Oggetti in meno (1965-1966) e la Venere degli
stracci (1967). A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che costituiscono le prime manifestazioni di quella
“collaborazione creativa” che svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline
e settori sempre più ampi della società. Negli anni Novanta fonda Cittadellarte a Biella,
ponendo l’arte in relazione con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della
società. Ha ricevuto innumerevoli premi internazionali, tra cui nel 2003 il Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia e nel 2007
il Wolf Foundation Prize in Arts “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile
intelligenza ha d ato origine a forme d'arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo”. Nel 2017 viene
pubblicato il libro, Ominiteismo e demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società edito da Chiarelettere e nel 2022 esce il
suo ultimo libro La Formula della Creazione edito da Cittadellarte Edizioni. Sue opere sono presenti nei maggiori musei d’arte
contemporanea. www.pistoletto.it

 

 

Modularità, unicità e caratterizzazione: questi i tre principi d’ispirazione per i costumi. Studiati come pezzi unici e iconici,
sono tutti modulari e raccontano ogni personaggio seguendone l’evoluzione durante lo spettacolo, permettendo una
trasformazione e una vestizione scenica che si concretizza nella visione e nella gestualità del racconto shakespeariano.
Ogni personaggio veste un solo look: un completo nero e un capospalla per Re Lear, Edgar, Kent e Gloster , un abito e una
tuta intera per Cordelia/il Matto. Due sono invece gli accessori: una corona e un cappello che simboleggiano rispettivamente
la regalità e la follia/onestà.
Il materiale utilizzato per i costumi è il denim, particolarmente resistente all’usura ma anche agli stress; un tessuto
contemporaneo, popolare e versatile che permette ai costumi di essere, a fine ciclo vita, interamente riciclati.
L’abito modulare di Cordelia è invece stato prodotto con un tessuto di recupero del laboratorio di BESTOK di Cittadellarte,
in color naturale e con applicazioni floreali a ricordare la bellezza della flora. La tuta del matto, anche questa realizzata in
Coreva tm e tinta con RecycromTM vuole ricordare la tuta d’artista di Michelangelo Pistoletto, così come il cappello si ispira
al panama del Maestro.
I personaggi che nello spettacolo si svestono per esprimere uno stato di nudità vengono coperti con un completo nero in
mussola di cotone. Il nero è proposto come il non- colore che permette di ritornare a fare parte del tutto, scomparire per
poi ricomparire con consapevolezza, ma se lo si interpreta dal punto di vista artistico il nero è l’assenza del colore ed è
quindi espressione del denudarsi per permettere poi ai colori di tornare a dipingersi sui corpi e esprimere l’essenza di noi